Produzione arance Costarica 2021/22: probabile +3%
Costa Rica
Monday 20 December 2021
VU
Il greening degli agrumi resta oggi una grossa preoccupazione per i coltivatori di arance in Costarica (foto: growproduce.com)
In Costarica, gli effetti negativi del citrus greening continuano a limitare le prospettive di crescita, ma le stime di produzione di arance per la stagione 2021/22 mostrano un aumento di un +3%.
Secondo un recente report FAS (Foreign Agricultural Service) del GAIN (Global Agricultural Information Network) pubblicato dallo USDA, la produzione di arance in Costarica dovrebbe aumentare del 3% e arrivare a 300.000 tonnellate nella campagna di vendita 2021/22.
Dal Costarica si esporta la maggior parte della produzione di arance sotto forma di succo d'arancia concentrato surgelato (FCOJ / frozen concentrated orange juice), mentre l'export di succo d'arancia fresco rappresenta meno del 25% del volume totale delle esportazioni.
Il report prevede che le esportazioni di succo d'arancia nella stagione 2021/22 saliranno leggermente a 33.000 tonnellate.
Secondo il Consiglio di promozione del commercio del Costarica (PROCOMER), nel 2019 si sono esportate 32.897 tonnellate di succo d'arancia e nel 2020 21.800, ma fino a ottobre 2021 il volume esportato è stato di 30.819 tonnellate. Nel 2021, gli Stati Uniti rimangono la principale destinazione per le esportazioni di succo d'arancia del Costarica.
In Costarica, la raccolta si svolge principalmente da gennaio a maggio, con un picco di produzione a marzo e aprile.
Il greening degli agrumi è la causa che ha colpito maggiormente la produzione di agrumi in Costarica. La cosiddetta malattia del ramo giallo è stata individuata nel paese per la prima volta nel 2011 e continua a essere tuttora motivo di grossa preoccupazione per i produttori. Il greening degli agrumi è considerato endemico nella maggior parte delle zone di produzione del paese, riducendo le rese, aumentando i costi, generando incertezza nelle previsioni di produzione futura e limitando la crescita dei volumi di produzione e delle superfici coltivate.
Le grandi imprese agricole sono riuscite a mitigare gli effetti della malattia attuando controlli rigorosi, come l'ispezione di tutte le aziende e l'eradicazione del 100% delle piante colpite. Per via della malattia, si è dovuto ridurre o abbandonare molte aree di produzione. I produttori più piccoli, meno in grado di investire in prodotti agrochimici e controlli organici, hanno subito perdite maggiori.
Fonte: fas.usda.gov