Mangiare funghi riduce il rischio di problemi cognitivi
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Uno studio condotto per sei anni dimostra che il consumo regolare di funghi potrebbe rallentare il declino mentale e ridurre il rischio di lievi alterazioni cognitive, tipici precursori del morbo di Alzheimer.
I ricercatori che hanno effettuato lo studio hanno seguito i dati di un gruppo di 663 persone dai 60 anni in su a Singapore tra il 2011 e il 2017. È stata valutata e misurata la salute cognitiva di tutti i partecipanti, e si è studiata la dieta, soprattutto relativamente a noci, frutta e verdura.
Gli scienziati hanno trovato un legame tra il consumo di più di due porzioni di funghi alla settimana (2 x 150 grammi) e un ridotto rischio di sviluppare disturbi cognitivi, i cui sintomi spesso precedono lo sviluppo dell'Alzheimer. Il tasso di riduzione del rischio salirebbe al 57% attraverso il consumo regolare di due porzioni di funghi (funghi bianchi, dorati, shiitake, funghi secchi o in scatola).
Si porteranno avanti ulteriori studi per confermare il ruolo dei funghi e dei loro composti bioattivi nel ritardare la neurodegenerazione. Il tutto è stato pubblicato sul Journal of Alzheimer’s Disease.
Fonte: forbes.com, news.cgtn.com, iospress.com journalofalzheimersdisease