Volume produzione mirtilli peruviani stagione 2021: +20%
Peru
Tuesday 24 August 2021
VU
La produzione e l'esportazione di mirtilli peruviani sono in crescita. Per la stagione di punta da agosto a dicembre di quest'anno, Proarándanos prevede un aumento del 20% del volume stimando un'offerta a 200.000 tonnellate, il che posizionerebbe il Perù come primo esportatore mondiale di questo frutto
Proarándanos continua a collaborare con Senasa per aprire nuovi mercati quali Giappone e Corea del Sud. Inoltre, si sta lavorando sulla genetica per sviluppare e adattare nuove varietà, soprattutto resistenti ai lunghi viaggi.
Grazie agli investimenti degli ultimi anni, produzione ed export di mirtilli peruviani sono in crescita. Per la stagione di punta da agosto a dicembre di quest'anno, Proarándanos prevede un aumento del 20% del volume stimando un'offerta a 200.000 tonnellate, il che posizionerebbe il Perù come primo esportatore mondiale di questo frutto.
Daniel Bustamante, presidente di Proarándanos, ha dichiarato che stanno ancora lavorando con Senasa per aprire mercati nel sud-est asiatico, in particolare in Giappone e Corea. Relativamente all'Asia, esportano già in Thailandia, Singapore e Taiwan.
Attualmente, la metà delle spedizioni è destinata agli Stati Uniti. Tuttavia, hanno intenzione di diversificare ulteriormente con mercati come quello cinese. Anche se la Cina riceve già il 17% degli approvvigionamenti, quest'anno il volume dovrebbe raddoppiare.
A tal fine, si sta lavorando sulla genetica per sviluppare e adattare nuove varietà e, soprattutto, varietà resistenti ai lunghi viaggi.
Nel 2016, in Perù c'erano solo 13 varietà di mirtillo, mentre oggi ce ne sono 46 — Biloxi e Ventura quelle maggiormente prodotte. L'arrivo di nuove varietà potrebbe soddisfare la domanda di certi mercati, come quello cinese o inglese, che richiedono una certa sodezza, una grande dimensione e un gusto più dolce.
Bustamante sostiene che l'aumento delle esportazioni è stato ottenuto grazie agli investimenti effettuati negli anni precedenti. Il loro impatto dovrebbe farsi sentire un po' nel 2022, ma maggiormente nel 2023, poi dovrebbero servire meno investimenti per mantenere il livello raggiunto.
Fonte: gestion.pe
Foto: agroforum.pe