CSO ha organizzato la partecipazione di un ampio gruppo di espositori italiani
A MAC FRUIT ATTRACTION CHINA, CSO Italy, l'organizzazione italiana per la promozione delle esportazioni ortofrutticole italiane e promotrice del Progetto Freshness from Europe, ha organizzato la partecipazione di un ampio gruppo di espositori italiani - i soci aderenti al Progetto - insieme ai quali ha preso parte all'evento con uno stand di 156 mq.
In conferenza stampa a Shanghai, Paolo Bruni, presidente del CSO, ha presentato FRESHNESS FROM EUROPE - un progetto triennale finanziato dalla Comunità europea per la promozione su diversi mercati (Canada, Stati Uniti, Cina, Giappone, Medio Oriente) - mettendo in evidenza il peso quantitativo e la qualità delle principali specie frutticole italiane nel mondo promosse attraverso questo programma, che mira ad aumentare il consumo di frutta e verdura europea, facendone conoscere l'elevata qualità derivante da una produzione nel rispetto di standard esigenti e dall'eccellenza dei territori.
Il presidente Bruni ha fornito un quadro concreto e conciso del mercato italiano: «L'Italia esporta circa 3,9 milioni di tonnellate di ortofrutta, di cui circa 2,7 milioni di frutta e 300mila tonnellate di agrumi. Relativamente alle mele, ne coltiva 2,3 milioni di tonnellate, pari ad almeno il 25% della produzione europea, che la classificano come primo paese produttore europeo di mele, di cui 1 milione viene esportato (60% in Europa e 7% in Medio Oriente). L'Italia è anche il primo produttore di kiwi in Europa e il secondo al mondo dopo la Cina. Ne esporta 350mila tonnellate, pari a circa il 65% della produzione, inclusi i kiwi verdi, gialli e ora a polpa rossa.
Mele e kiwi hanno già le autorizzazioni fitosanitarie per entrare in Cina, ma stiamo già lavorando per aprire alle pere - vero fiore all’occhiello della frutticoltura italiana, e frutti con grande potenziale sul mercato cinese. L'Italia ne produce 700mila tonnellate, pari al 32% della produzione europea, e ne esporta il 20%. La principale varietà è la Abate, il 70% della quale si coltiva in Emilia Romagna, e il 93% viene esportato in Europa. Questa varietà è particolarmente adatta al gusto cinese che preferisce la frutta dolce. Quando si assaggia la Abate, si può capire che quanto affermo non è un esercizio di marketing ma un vero consiglio di qualità.»
Quando arriverà la pera italiana in Cina? «Le autorità cinesi preferiscono procedere con un prodotto alla volta, e hanno scelto la pera. Gli ispettori cinesi controlleranno il nostro processo di controllo della qualità in Italia. Data l’elevata richiesta – conclude Bruni - ci auguriamo che, con un buon lavoro di squadra, si concluda il prima possibile l’iter di apertura del mercato e che anche i consumatori cinesi possano apprezzare le caratteristiche uniche delle diverse varietà di pere italiane.»
Contatto:
CSO – Centro Servizi Ortofrutticoli
www.csoservizi.com
Presidente Paolo Bruni
Tel +39 0532 904517
brunipresident@gmail.com