Pitaya — nota anche come frutto del drago — nuovo bijoux per mercato europeo

Spain

Wednesday 23 December 2020

È stata appena creata la cooperativa "Pitaya de Andalucía" per unire le forze in questo settore e continuare a espandersi

Il Centro agro-sperimentale per le imprese della Diputación de Huelva ha ospitato un incontro tecnico dal titolo "Mostra sulla pitaya e le coltivazioni subtropicali" in cui si è discusso di questo tipo di coltura innovativa, con quasi 250 partecipanti online e di persona.

L'evento è stato organizzato dal Servizio di ricerca agricola e animale del Consiglio provinciale di Huelva, in collaborazione con Cajamar. María Eugenia Limón, presidente dell'istituzione provinciale, e Alberto Garrocho, presidente di FresHuelva e della nuova Cooperativa Interprovincial de los Productores de Pitaya hanno dato il via alla manifestazione, incentrata sulla presentazione di Juan José Hueso, noto esperto e referente tecnico nella coltivazione della pitaya.

Juan José Hueso ha ricordato che negli ultimi anni la provincia ha guadagnato popolarità in tutto il mondo grazie a nuove colture alternative di frutti di bosco, agrumi e asparagi, e quest'anno è la volta della pitaya.

Hueso ha poi sottolineato il potenziale della frutticoltura subtropicale in Spagna, determinato dalla crescente richiesta sui mercati europei, dal vantaggio competitivo in termini di qualità e dalla riduzione dei costi di distribuzione dovuta alla minor distanza dal mercato europeo. D'altra parte, la pitaya è sensibile alle basse temperature e richiede una temperatura tra i 18 e i 30 gradi, non sopporta il gelo o l'esposizione diretta al sole, tollera bene il vento, si adatta bene a vari tipi di terreno, accetta una salinità moderata e non ha bisogno di un'irrigazione abbondante.

La produzione va da metà autunno a fine primavera. La pitaya deve essere raccolta a maturazione, tagliandola con cura per non danneggiare il frutto o il baccello.

Al momento il frutto è in fase di espansione nella provincia — 40 aziende agricole in totale, con circa 7 ettari coltivati nei comuni di Lucena del Puerto, Moguer, Almonte, San Bartolomé de la Torre, Palos de la Frontera, Cartaya e Lepe.

Di recente è stata creata la cooperativa "Pitaya de Andalucía" allo scopo di unire le forze in questo settore e continuare a espandersi.

Fonte: sevilla abc es