Nuovi trend produzione cilena agrumi in periodo di pandemia
Chile
Monday 19 April 2021
VU
Per massimizzare gli introiti delle esportazioni di agrumi, è necessario puntare su frutti di buona qualità e, se possibile, senza semi. E in termini di dimensioni, privilegiare i calibri intermedi
Nel 2020, a causa della pandemia, la richiesta di agrumi è salita del 15%. Per il momento, non si sa se questo cambiamento nelle abitudini di consumo sia temporaneo o duraturo, ma un'analisi sta cercando di capire le tendenze.
Se le proprietà nutrizionali di questi frutti, come l'alto contenuto di vitamina C, possono spiegare l'aumento, non è chiaro se questa crescita del consumo sia temporanea o se durerà. Secondo un'analisi UTILITAS, altri fattori possono influenzare la performance delle esportazioni di agrumi sul lungo termine.
Limoni
I coltivatori cileni devono concentrarsi sulla produzione di limoni di medie dimensioni, che sono i più richiesti su tutti i mercati, in particolare il calibro 140. Le varietà senza semi, come Eureka Seedless, stanno diventando interessanti.
Circa il 57% della produzione cilena è destinata agli Stati Uniti. Per questo mercato, è necessario che i frutteti approvino il "Systems Approach" per l'esportazione. Questo protocollo, approvato nel 2018, permette l'ispezione USDA all'origine, eliminando la fumigazione a destinazione.
Per ampliare gli sbocchi di mercato, come la Corea del Sud o la Cina, mercati aperti di recente agli agrumi cileni, è fondamentale garantire trattamenti fitosanitari adeguati alle loro esigenze.
Arance
La scorsa stagione, dopo annate meno favorevoli, la pandemia ha determinato un incremento della domanda che ha portato a risultati storici.
Una delle arance più piantate in Cile è la varietà Fukumoto. La raccolta è precoce e i frutti hanno una bella colorazione. Ma poiché il contenuto di zucchero non raggiunge i livelli richiesti dai mercati asiatici, è preferibile esportarla negli Stati Uniti.
Negli Stati Uniti, i formati medio-grandi (da 56 a 72) sono i più ricercati dalle catene di supermercati e spuntano i prezzi migliori. I calibri più piccoli vengono generalmente utilizzati da scuole, ristoranti e alberghi, ma le chiusure per pandemia hanno ridotto queste richieste.
È quindi preferibile favorire la produzione dei formati richiesti dai dettaglianti americani per massimizzare i ritorni.
Per il target dei mercati asiatici, è preferibile puntare su varietà che raggiungono una maggiore concentrazione di zucchero, come la M7 o la Lane Late.
Mandarini
Produrre grandi volumi senza tener conto del calibro del frutto è ormai superato. Pertanto i formati 5 e 6 non sono più molto richiesti. Per incrementare le entrate, è necessario produrre le dimensioni richieste.
Il principale — e quasi unico — mercato attuale per i mandarini cileni è quello USA, rifornito principalmente con la varietà Murcott, conosciuta come Nadorcott in Europa, dove è brevettata e soggetta a royalties. Inoltre, sul mercato europeo c'è concorrenza con il Sudafrica e i prezzi non sono così interessanti come negli Stati Uniti.
Sul mercato nord-americano c'è una forte preferenza per i frutti senza semi, probabilmente a causa dell'offerta di mandarini di diverse origini (Perù, Sudafrica, Uruguay). È quindi preferibile produrre mandarini senza semi ed evitare la contaminazione incrociata con altre specie. Uno dei consigli è di raccogliere con le reti.
L'analisi UTILITAS conclude che per massimizzare gli introiti delle esportazioni di agrumi, bisogna preferire frutti di buona qualità e, se possibile, senza semi. In termini di dimensioni, i calibri intermedi possono essere esportati perché soddisfano le richieste. I formati molto grandi o molto piccoli presentano più difficoltà di commercializzazione e tendono ad avere prezzi più bassi.
Fonte: fedefruta.cl
Foto: comitedecitricos.cl