Scoperta scientifica su cambiamenti colore e tasso maturazione pomodori
United Kingdom
Tuesday 25 May 2021
FJ
Esame degli effetti di SP1 e SPL2 sulla maturazione dei frutti di pomodoro
Una singola proteina, contenuta nelle strutture compartimentate delle cellule, può modificare, accelerare o rallentare il processo globale di maturazione dei frutti di pomodoro. Questa scoperta rivela un grande potenziale per lo sviluppo di nuove varietà.
All'Università di Oxford (Regno Unito), alcuni ricercatori del Dipartimento di Scienze Vegetali hanno scoperto come il processo generale di maturazione dei frutti di pomodoro, tra cui i cambiamenti di colore e l'ammorbidimento, può essere cambiato, accelerato o rallentato, alterando l'espressione di una singola proteina situata in minuscoli "organelli" all'interno delle cellule del frutto, chiamati plastidi.
Sono questi plastidi che danno il colore ai frutti. Variazioni in questi plastidi portano a differenze nel processo di maturazione dei frutti di pomodoro.
I ricercatori di Oxford hanno scoperto che una proteina chiamata SP1 gioca un importante ruolo di regolamentazione o di controllo nel processo di maturazione dei frutti di pomodoro. La sottoespressione di SP1, o del suo omologo SPL2, ritarda la maturazione dei frutti di pomodoro, mentre la sovraespressione di SP1 accelera la maturazione. Inoltre, questa proteina SP1 innesca effetti più ampi agendo sull'ammorbidimento dei frutti.
Lo studio è stato pubblicato su Nature Plants. Questa base teorica per modificare la maturazione dei frutti carnosi, come il pomodoro, offre una nuova opportunità per il miglioramento delle colture.
"Le proprietà regolatrici di SP1 rivelate nel nostro studio mostrano che ha un reale potenziale come tecnologia per il miglioramento delle colture. Per esempio, potrebbe essere usata per sviluppare varietà di frutti carnosi a maturazione precoce o tardiva, o per migliorare la trasportabilità o la durata di conservazione dei frutti ritardando la maturazione senza compromettere la qualità del frutto maturo", ha commentato il professor Paul Jarvis del dipartimento di Scienze Vegetali di Oxford.
Consultare la pubblicazione completa (20 pagine): https://www.nature.com/articles/