Forti gelate riducono la produzione di limoni in Argentina
L'attuale campagna, iniziata ad aprile e che durerà fino ad agosto o settembre, si sta svolgendo secondo previsioni non molto incoraggianti.
Il settore agrumicolo argentino sta affrontando un anno difficile. si prevede che la produzione di limoni sarà inferiore del 10%-15% rispetto agli anni precedenti, a causa delle forti gelate che hanno colpito Tucumán lo scorso luglio. Questo dato è stato confermato da José Carbonell, presidente della federazione argentina degli agrumi (Federcitrus), che ha sottolineato come la provincia rimanga leader mondiale sia nella produzione di limoni che nella lavorazione industriale.
L'attuale raccolta, iniziata ad aprile e che si protrarrà fino ad agosto o settembre, si sta svolgendo sotto previsioni sfavorevoli. Carbonell ha spiegato che le condizioni climatiche dello scorso inverno hanno influito direttamente sui volumi del raccolto di questa stagione, come è già evidente dai primi rapporti.
Per quanto riguarda il mercato delle esportazioni, ha ricordato che le spedizioni sono iniziate con prezzi stabili in Europa orientale, Russia e Ucraina, sostenute da una riduzione dell'offerta da parte di turchia e spagna, entrambe colpite dal gelo. tuttavia, le vendite al mercato statunitense, una destinazione chiave negli ultimi anni, non hanno ancora preso slancio, anche se si prevede una ripresa dell'attività a partire da maggio.
Lla situazione economica mette ulteriormente a dura prova il settore. attualmente, le esportazioni di limoni argentini sono soggette a un dazio all'esportazione del 10%, un costo che, secondo carbonell, varia a seconda delle condizioni di mercato: quando la domanda è forte, viene trasferito al consumatore; quando la concorrenza è alta, il produttore lo assorbe.
Nonostante queste difficoltà, l'argentina mantiene la sua posizione nell'industria mondiale del limone. due chili su tre di prodotti industriali a base di limone (succo, olio, buccia) venduti nel mondo provengono dall'argentina. Tuttavia, il consumo interno rimane basso, circa 200.000 tonnellate all'anno, una cifra modesta rispetto al Cile, che consuma tra le 150.000 e le 170.000 tonnellate con una popolazione due volte e mezzo inferiore.
fonte: infobae.com
foto: bichosdecampo.com