Il Perù è il principale esportatore di mandarini in Sud America, ma deve affrontare sfide legate all'acqua e alla concorrenza.
La siccità e gli elevati costi mettono a repentaglio la sostenibilità del settore.
Secondo Sergio del Castillo Valderrama, direttore generale di ProCitrus, il Perù è il secondo maggiore esportatore di mandarini nell'emisfero australe, dopo il Sudafrica, e settimo a livello mondiale. Nel complesso delle esportazioni di agrumi, il paese si classifica al 14° posto a livello mondiale e al 21° come produttore.
Sebbene il Sudafrica domini il mercato in termini di volume, il Perù compete sulla qualità, ma affronta sfide come l'aumento dei costi a seguito dell'abrogazione della Legge sulla Promozione Agricola n. 27360 nel 2020, compromettendo la sua competitività. Ciò ha portato a una riduzione delle aree coltivate a mandarini in regioni come Lima e Ica. Negli ultimi tre anni non sono state create nuove piantagioni e l'attuale crescita deriva dal recupero dei raccolti colpiti dagli eventi climatici del 2023. Senza una nuova legge agricola che incentivi gli investimenti, la produzione potrebbe stagnarsi entro il 2025.
Nonostante un buon anno nel 2024 in termini di volume e prezzi, il settore non ha ancora generato surplus per reinvestimenti. Inoltre, la siccità a Piura, principale regione produttrice di limoni, rappresenta un rischio, influenzando le dimensioni dei frutti e i prezzi. La diffusa scarsità d'acqua in tutto il paese potrebbe ulteriormente complicare la situazione nei prossimi anni.
Fonte: agraria.pe;
Foto: elplural.com